Favorire la permanenza del malato nel contesto familiare

Favorire la permanenza del malato nel contesto familiare

3 Gennaio 2020 Redazione 0

Un articolo di Domenico Grimaldi, segretario generale FIMMG Catania

Reputo necessario concretamente restituire il ruolo centrale ai medici di cure primarie che al momento non sono nelle condizioni di avere il tanto dichiarato ruolo centrale nella presa in carico del malato.Le esperienze,ritenute innovative,attuate in altre regioni ben più ricche hanno dimostrato in verità la loro inefficacia individuando alla fine nel medico di famiglia l’unico professionista in grado di ricomporre ,integrandoli,i contributi degli specialisti rispondendo alla fine ai bisogni veri del malato.Medicina generale ed ospedali devono farsi carico di differenti livelli di complessità ed intensità di cure superando l’attuale frammentazione dei servizi sanitari sia territoriali che ospedalieri non integrati sofferenti sia sul piano organizzativo che del l’efficacia dei risultati con spreco delle già carenti risorse nel disinteresse generale.Dalle esperienze di regioni ritenute più avanzate sul piano organizzativo ed economico alcune scelte effettuate come una concorrenza fra cure primarie e cure specialistiche hanno nei fatti dimostrato di essere inefficaci come nell’esperienza della Lombardia, con ritorno alla gestione della presa in carico da parte dei medici di famiglia.Dopo le non favorevoli esperienze fatte il territorio viene riconsiderato come luogo centrale della cura con valorizzazione sia della dimensione clinica che preventiva.Il medico di famiglia ,adeguatamente formato ed attrezzato,torna ad avere un ruolo privilegiato nella presa in carico del malato cronico anziano e fragile.Si devono celermente creare in Sicilia percorsi di cura integrata, favorendo il più possibile la permanenza del malato nel contesto familiare attraverso la costruzione di una rete non solo teorica ma praticamente agibile da tutti gli attori.L’aumento esponenziale degli anziani con più malattie croniche,l’incremento delle disabilità e della non autosufficienza causato dal mancato invecchiamento attivo nella nostra regione unitamente  a povertà e forte disagio sociale, richiede una diversa assistenza ai malati e alle loro famiglie.Sviluppare nel concreto il territorio ,ad oggi solo enunciato,consentirebbe di arginare il forte disagio sia sociale che sanitario delle persone nella nostra terra.Ritengo sia venuto il tempo di realizzare le scelte ed i percorsi dovuti nel territorio.Noi ci siamo con la speranza di essere chiamati a contribuire ,in quanto in possesso delle dovute conoscenze e competenze,alla realizzazione di quanto è  necessario in considerazione del fatto che usiamo in ritardo su percorsi così difficili specie sul piano della cultura del cambiamento .Auspichiamo che avvenga finalmente uno strategico reale cambiamento nell’interesse della nostra gente avvertendo consapevolmente i segni di una autorevole ripresa del nostro sistema organizzativo.

 

 

 

 

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